Francesco Meschini, Piazzogna

Francesco Meschini (Piazzogna 4.8.1762 - Piazzogna 3.12.1840), figlio di Francesco Antonio e di Francesca, nata Sganzini.

 

Il giovane Francesco compì i primi studi al collegio di Ascona, formandosi in seguito come architetto e ingegnere all’Accademia di Brera a Milano. Diresse nel 1796 la costruzione di un ponte nei pressi di Pavia per il passaggio delle truppe napoleoniche e operò poi a Mantova, dove progettò e costruì l’ospedale e varie fortificazioni.

 

In patria, da architetto si occupò del rifacimento della Chiesa di San Nazzaro e nel 1829 della progettazione di quella di Gordola. Deve però principalmente la sua notorietà all’attività di ingegnere e di personaggio pubblico, incominciata con l’avvento nel marzo del 1798 della Repubblica Elvetica. Fu infatti eletto nell’estate di quell’anno membro supplente della Camera amministrativa del Cantone di Lugano, divenendone titolare dal 1801 al 1803. Fu contemporaneamente anche ispettore di ponti e strade dei due Cantoni di Bellinzona e Lugano nei quali era allora diviso il futuro Ticino.

 

Chiusasi la breve parentesi della Repubblica Elvetica, Francesco Meschini fu assai attivo nella progettazione e nella direzione dei più importanti lavori stradali dei primi trent’anni dell’Ottocento, tra i quali spicca l’opera alla quale deve in massima parte la sua celebrità: la prima strada carreggiabile del San Gottardo (1827-1830), in realtà la Tremola, il troncone più noto e spettacolare della strada tra Airolo e il confine urano, oggi il più lungo monumento viario della Svizzera, inserito nell’Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS). A lui si devono anche la strada di Leventina tra Biasca e Airolo (1813-21), il ponte sulla Maggia presso Ascona (1818) e il naviglio di Locarno (1828). Tra le altre numerose altre opere alle quali attese, ricordiamo in questa sede pure la progettazione e la direzione della costruzione della strada tra Giubiasco e Magadino, con l’importante ponte sul Trodo. Il Meschini lavorò altresì a cantieri stradali nei Cantoni di Soletta, Uri e Lucerna.

 

Ebbe parimenti un’importante carriera politica, cominciata nel 1813 con una rissosa elezione a deputato in Gran Consiglio, proseguita come Consigliere di Stato dal 1815 - in veste di Landamano reggente per il biennio 1825-1827 - e conclusasi nel 1830 con la caduta del regime dei Landamani. Nel 1827, fu oggetto di una congiura mirante a eliminare insieme quattro degli undici Consiglieri di Stato. Ma poi lui e il Landamano in carica in quel periodo furono scartati. I complottisti avevano infatti considerato che, caduti i due principali attori di quel consesso, Giovanni Battista Quadri e Giovanni Battista Pioda, la coalizione quadriana si sarebbe sfasciata da sé. Invece del regime, andò a monte la congiura.

 

La sua contemporanea attività di esecutore di lavori pubblici e di uomo di Stato non passò inosservata e suscitò parecchie e non del tutto immotivate polemiche. I suoi avversari politici non mancarono di denunciare la commistione tra i suoi interessi privati di imprenditore-appaltatore e le cariche istituzionali che ricopriva. La progettazione di quasi tutta la strada del San Gottardo attraverso la Svizzera gli fu in effetti commissionata nel 1825, lo stesso anno in cui assunse la carica di Landamano reggente.

 

Con l’avvento della Riforma nel 1830, iniziò la parabola discendente del Meschini. Giunto al capolinea del suo percorso politico, nel 1832 fu vittima di un colpo apoplettico che ne ridusse progressivamente la salute. Malato, emarginato e dimenticato, Francesco Meschini morì nella sua casa di Alabardia nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1840.

 

Una lapide posata nel 1935 sulla casa nativa ne ricorda la figura.

 

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Fonti

Dizionario Storico della Svizzera, Armando Dadò Editore, Locarno, vol. 8, 2008, p. 381.

Giorgio Bellini, La strada cantonale del San Gottardo: storia e storie della Tremola dall’Ottocento ai giorni nostri, Edizioni Arca, Claro, 1999, pp. 216.

Giorgio Bellini, Le strade in Ticino all’inizio dell’Ottocento, Jam, Prosito, 2004, pp. 169.

Virgilio Gilardoni e P. Rocco da Bedano, Riviera del Gambarogno, Opera Svizzera dei Monumenti d'Arte, Istituto grafico Casagrande, Bellinzona, 1969, pp. 450

Giuseppe Mondada, Strade e ponti, in «Scuola Ticinese» n. 78, dicembre 1979, pp. 28-29.

Giuseppe Mondada, Gli attentati contro il Landamano G.B. Quadri nell’inverno 1827, in «Bollettino Storico della Svizzera Italiana», volume LXXVII, fascicolo IV, dicembre 1965, pp. 147-169.

Plinio Grossi, Francesco Meschini un ticinese senza volto, in «Azione», 15 maggio 1980, p. 9.

«Gazzetta Ticinese», 4 gennaio 1841.

 

 

Targa

Francesco Meschini

Architetto, ingegnere e uomo politico

1762-1840

 

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